Valentina Pacino si racconta: la fatica, i sogni, la determinazione e le aspirazioni di una campionessa

Non solo uno sport, ma una vera e propria scuola di vita nella quale si impara la difesa e si migliora l’autostima. Questo rappresenta il karate per la campionessa Valentina Pacino, che ha da poco conquistato due medaglie di bronzo. Valentina ha 20 anni, dopo il diploma in ragioneria ha intrapreso gli studi presso l’Università Kore di Enna. Nel 2022 con la nazionale italiana ha partecipato ai campionati europei di karate a Praga e ai mondiali in Turchia. Nello stesso anno si è aggiudicata la coppa del mondo a Porec in Croazia. A giugno 2023 Valentina ha partecipato ai campionati italiani universitari. Il mese di ottobre dello stesso anno, durante la finale dei circuiti internazionali di Word Karate Federation di Larnaca (Cipro), ha battuto 5-1 la sua avversaria polacca portando a casa la medaglia di bronzo. Stessa medaglia conquistata poco più di una settimana dopo a Taranto, durante i campionati italiani Under 21 della 61 kg femminile.
Con molta spontaneità ci racconta cosa c’è dietro i suoi successi e cosa rappresenta per lei il karate.

Quando hai iniziato a fare karate? Cosa rappresenta per te questa disciplina?
Ho iniziato a fare karate a soli 6 anni. Sin da piccola mi piaceva competere. Inizialmente ero più affascinata dalla danza e non mi piaceva molto il karate. Ma dopo aver visto una lezione me ne sono subito innamorata. Dopo soltanto una settimana che lo praticavo mio padre mi ha proposto di partecipare a una gara a Foligno. Ero molto dubbiosa, ma alla fine ho accettato. Inaspettatamente ho vinto io la gara: primo posto per il campionato Csen. Questo è stato l’evento che ha maturato in me la voglia di andare avanti praticando questo sport. Si vive per qualcosa. Si combatte per qualcosa. È solo uno dei tanti step che bisogna affrontare per raggiungere il traguardo.

Cosa provi quanto sali sul tatami?
Quando salgo sul tatami è come se sparissero tutti i pensieri, penso solo a combattere. Nei primi istanti di una gara provo un mix di sentimenti, una rabbia positiva insieme alla paura di confrontarmi con nuovi avversari altrettanto preparati tecnicamente. Subito dopo mi concentro sulla gara. La concentrazione è fondamentale. In quei tre minuti mi concentro su di me, sull’avversario, sulla difesa e mi trovo a dover fare delle scelte tecniche intelligenti nel momento giusto.

Dietro ogni successo ci sono tanti sacrifici. Parlaci dei tuoi allenamenti.
Il karate per me è stato anche pianto, fatica, sacrifici e tantissimo allenamento. Dedico tantissimo tempo alla preparazione atletica. Il mio maestro è Antonio Califan e grazie ai suoi consigli tecnici sono cresciuta a livello agonistico e umano. Mi alleno nella palestra Shirai Club San Valentino a Salerno. Quando sono in Sicilia, invece, mi alleno sia nella mia palestra, la Ascd Atlantide a Troina, dove mio padre rigorosamente mi prepara, sia nella palestra Shotokan ad Acireale”.

Il Karate è un’arte marziale completa. Cosa ti ha insegnato? Ti ha cambiata interiormente?
Il karate mi ha insegnato ad essere sicura di me stessa, a camminare a testa alta quando cammino e quando mi trovo in mezzo alla gente. In qualsiasi posto mi sento sicura, sento che nessuno può farmi del male e che io in qualunque momento posso difendermi. Consiglio alla bambine e ragazzine di intraprendere questa disciplina che non è solo uno sport, ma serve tanto interiormente ad aumentare l’autistima quanto a creare delle basi per difendersi.

Un cenno all’aspetto nutrizionale e alla cura della salute.
Sono seguita da un team di esperti che ringrazio di cuore. Iniziando dal mio nutrizionista, il dottor Mario Strazzeri, che mi segue dal punto di vista alimentare. La mia dieta è equilibrata, non mi privo di nulla ma seguo una dieta bilanciata, ricca di tutto e adeguata al mio fabbisogno energetico. Bisogna prendersi cura anche dell’aspetto mentale. Lo faccio grazie alla dottoressa Laura Pasqua la mia super mental coach che mi sta aiutando molto per affrontare tutto con serenitá. E non ultimo, il fisioterapista, il dottor Pietro Tamburo, e la figlia Selene che ringrazio per il prezioso aiuto.

Chi sono le persone che ti hanno sostenuto e chi vorresti ringraziare per i successi ottenuti?
Il primo ringraziamento va a mio padre, perché mi ha insegnato a credere davvero tanto in me stessa. Poi ovviamente ringrazio mia mamma, che ha sempre tirato fuori il meglio di me, mostrando infinita pazienza anche quando non la meritavo e mi ha sempre incoraggiato a rialzarmi.
Sono tante le persone che ogni giorno mi incoraggiano. C’è una persona in particolare che per me è ormai una sorella: Anna Pia e la sua bellissima famiglia diventata ormai una seconda casa.
Mio fratello Gianmarco, un ragazzo d’oro ed il più forte che io conosca . Un grazie particolare anche alla mia dolce e intelligente sorellina Giulia, con la quale mi scuso di essere così distante per via delle mie gare e allenamenti.
Poi mia nonna che è la mia forza e che ogni volta che torno dalle gare mi fa prendere chili in più. E mio nonno che mi guarda da lassù e che è sicuramente fiero di me.

Quali sono i tuoi prossimi obiettivi? A chi dedichi le tue medaglie?
Il prossimo obiettivo è il campionato Open in Campania e la Serie A in Portogallo. Sono tante le persone che credono in me. Aspiro ad altre medaglie. Quelle fin ora vinte le ho dedicate a mio nonno che non c’è più.

Ma nella famiglia Pacino Valentina non è l’unica atleta: anche il fratello Gianmarco ha partecipato con successo ai campionati di serie A e a numerose gare nazionali. Ad essere orgoglioso dei suoi due figli è il papà Franco Pacino che segue entrambi nelle varie competizioni e li prepara a livello tecnico.

Silvana Trovato Picardi

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