TROINA. Al di fuori del centro urbano, che è di 105 ettari, dalla seconda metà del secolo scorso, in piena campagna, non molto lontano dal paese, sono state costruite case che vengono abitate, in gran parte, per tutto l’anno. Ce ne sono anche di quelle che vengono usate per villeggiare nei mesi estivi. Quando si parla di urbanizzazione delle campagne, per farsene un’idea, basta venire a Troina. Eppure, Troina, con una popolazione di 8 mila e 300 abitanti, in costante ed inarrestabile calo, ha un patrimonio edilizio abitativo, nel centro urbano, in grado di accogliere 20 mila abitanti. Non è esagerato dire che ci si trova di fronte ad un vero e proprio spreco edilizio. A determinare questo fenomeno di crescita e dispersione urbanistica in controtendenza al declino demografico, hanno contribuito diversi fattori di natura materiale (maggiore disponibilità di risorse economiche) e di natura immateriale (scarsa attitudine a vivere in edifici in condominio). Vivere in campagna, in case non legate alle attività agricole e simili a quelle che ci sono in paese, mette al riparo dalla vita che si conduce nel centro urbano, ma ci sono sempre dei problemi fastidiosi. Tra questi, il più serio è l’approvvigionamento dell’acqua potabile. Il gestore del servizio idrico assicura il servizio all’interno del centro urbano perché utilizza la rete di distribuzione, che è di proprietà comunale. Al confine del centro urbano, l’acqua arriva. Oltre il confine del centro urbano, per fare arrivare l’acqua potabile nelle case di campagna ci devono pensare i proprietari di queste case. Di questa linea, né il comune né il gestore del servizio idrico vogliono saperne. E’ compito di quelli che ci abitano costruire la linea che dal confine del centro urbano porta l’acqua nelle loro case di campagne. A questo punto, nascono i cosiddetti condominio idrici di campagna, che sono di fatto degli informali condomini che non hanno alcuna base giuridica e nessuna normativa di riferimento. Tutto questo può generare delle situazioni paradossali come quella di un condominio dove ci sono utenti che, pur non avendo alcun contratto con l’ente gestore del servizio idrico, continuano a prelevare acqua senza pagare un centesimo. Ma alla fine, chi deve intervenire per porre fine a questa anomala situazione: i condòmini paganti o l’ente gestore del servizio idrico, che n’è conoscenza?
Silvano Privitera