Dopo una brevissima pausa estiva, mi piacerebbe proporvi un libro a cui sono molto legato: Margherita Dolcevita di Stefano Benni. L’autore spinge, attraverso una satira tagliente ma allo stesso modo sensibile, alla comprensione della realtà quotidiana.
Margherita veste i panni di una ragazza libera, ama il verde e gli spazi aperti, “un tipo semplice” diremmo oggi. La sua famiglia incarna le abitudini e le stramberie di un modello tipo, lontana dai grandi complessi della modernità ma ancorata saldamente a terra. Il padre, Fausto, è un pensionato che cerca di riparare qualsiasi cosa si guasti; la madre, Emma, è un’appassionata di soap opera, la caratterizza un vizio virtuale, al quale non sa esimersi; due fratelli, Giacinto ed Erminio, e il nonno, Socrate, un grande personaggio, vive nella soffitta, con una grande paura di morire avvelenato cerca di abituare il suo organismo ingerendo piccole dosi di veleno.
In questa vita, abituale, e forse abbastanza provinciale, succede un fatto particolare. Un grande cubo in vetro viene eretto vicino la loro abitazione. Sarà la dimora dei nuovi vicini: la Famiglia Del Bene. Con i loro modi e quella strana sensazione di guardare al futuro, riescono a trascinare la famiglia di Margherita in uno strano e nuovo modo di vivere. Compito della protagonista capire cosa c’è sotto e far svanire questo incantesimo.
“Poi ci sono io, Margherita Dolcevita. Ho quasi quindici anni, sono bionda con dei capelli ricci un po’ strani, diciamo che sembrano una piantagione di fusilli. Ho occhi maliardi e blu, ma sono un po’ sovrappeso. Mi piacerebbe indossare quei bei jeans stretti e bassi che spunta l’ombelico, ma la volta che ci ho provato mi sono scoppiati in autobus e ho ferito tre persone coi bottoni.
A volte penso che dovrei mettermi a dieta, poi penso che se dimagrissi sarei sempre tesa per la paura di ingrassare, invece così sono tranquilla. A scuola vado abbastanza bene, e da grande vorrei fare la poetessa. La mia specialità sono le poesie brutte. Pensateci bene: il mondo è pieno di poeti così così, ma una poesia veramente brutta è rara. Sentite questa:
Mi Chiamo Margherita
Peso meno in mutande che vestita.
Mica male vero?
Che altro posso dire? Ballo bene, nonostante i chiletti e un lieve difetto cardiaco. Invento anche i passi, perché mi piace ballare in mezzo agli altri ma voglio essere unica.”
Se non vi ho convinto, fatevi convincere dal libro. Ne vale la pena.
(il libro è disponibile presso la libreria Città Aperta Troina)
Salvo Pacino