Il Margarita, uno dei cocktail di origine messicana piu00f9 famosi al mondo, ha delle origini incerte.
Benchu00e9 creato con buona probabilitu00e0 prima degli anni u201940, infatti, il suo ideatore non u00e8 stato individuato con certezza: Carlos u201cDannyu201d Herrera, titolare di un bar di Tijuana, sostenne di avere creato il cocktail Margarita per una ballerina allergica agli alcolici, ad eccezione della Tequila; secondo altre indiscrezioni, invece, fu lu2019aristocratica signora Margarita Sames lu2019ideatrice del drink.
La paternitu00e0 del Margarita u00e8 stata tuttavia attribuita tanto a Don Carlos Orozco u2013 che avrebbe elaborato la ricetta in onore della figlia dellu2019ambasciatore tedesco, Margarita Henkel u2013 quanto a Danny Negrete, in occasione delle nozze del fratello.
Il Margarita si compone, nella sua versione tradizionale, di 3,5 cl di Tequila, 2 cl di Cointreau e 1,5 cl di succo di lime (spremuto fresco). I liquori sono miscelati seguendo la tecnica di preparazione shake and strain, che prevede di shakerare gli ingredienti e poi versarli filtrando in modo che ghiaccio ed eventuali residui solidi non finiscano nel bicchiere. Nella ricetta classica, infine, u00e8 servito in una coppa cocktail detta sombrero, con del sale sul bordo del bicchiere u2013 crusca u2013 e una rondella di limone.
nIl nostro twist di Margarita, invece, prevede lu2019introduzione di sapori orientaleggianti, da cui il nome Oriental Margarita. Seguendo la medesima tecnica di preparazione prevista dalla ricetta classica, abbiamo sostituito il Contreau con il Dry Orange, un distillato a base di scorze di arance amare, perfetto in miscelazione; il succo di lime, poi, u00e8 stato sostituito con dellu2019olio saccarico home made e, infine, abbiamo introdotto la Chutney di Mango u2013 una salsa di accompagnamento agrodolce di origini indiane u2013 e la tintura di peperoncino, per spingere il sapore del drink.
nGiuseppe Attardi
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