Si è rinnovata ieri sera, come ogni vigilia di Santa Lucia, l’antica tradizione della cuccía, grazie all’associazione folkloristica ‘A Musetta che ne ha riproposto l’undicesima edizione. A benedire il frumento padre Giuseppe Maenza. Il gruppo “A Musetta” che di solito anima la serata con balli folkloristici, quest’anno ha scelto di non fare nessuno spettacolo in segno di rispetto. La recente e prematura scomparsa di Giuseppe Giuliano lascia tuttora un vuoto non solo nel gruppo folk di cui Giuseppe ne era l’anima, ma nell’intera comunitá troinese. Hanno preferito regalare un sorriso vestendo i bambini da contadini e contadine e leggendo antiche poesie in dialetto siciliano. A far da cornice all’ evento, la location rustica e accogliente dei locali dell’ex consorzio, sede da anni dell’associazione nata nel 1996. Per i più piccoli anche la gioia di incantarsi di fronte a un presepe artigianale realizzato da Giuseppe Giambirtone. Attesa da una folla di persone la distribuzione della cuccía appena bollita. Secondo la leggenda più diffusa, infatti, i palermitani, durante una carestia supplicarono Santa Lucia di fare arrivare del grano. Ed ecco che il 13 dicembre del 1646 approdò nel porto di Palermo una nave carica di grano, che pose fine ad una grave carestia. Erano talmente affamati che per poterlo consumare immediatamente il grano non venne macinato, ma bollito e mangiato. Una curiosità riguarda il condimento. Secondo le antiche usanze, infatti, il grano mangiato subito si offre condito se invece si intende portarlo a casa si offre senza alcun condimento. La tradizione continua oggi nella Chiesa di Santa Lucia, in pieno centro storico, con le sante messe. Quella più caratteristica è quella delle 6.00 del mattino che per via dell’alba non ancora sorta crea una gioiosa attesa e un’atmosfera suggestiva.
Silvana Trovato Picardi