Troina e Altavilla-La Guiscarda: una storia europea

Europa è qualcosa di più di una semplice area geografica e lo si capisce dalle vicende storiche dell’XI secolo d.C. che legano Huateville-La Guichard, il piccolo comune della circoscrizione di Coutances in Normandia, e Troina.

Da quel lontano villaggio della Normandia, fondato nel X secolo d.C. dal vichingo norvegese Hiatt, giunse a Troina nel 1061 Ruggero, figlio di Tancredi. Ruggero era venuto nell’Italia meridionale continentale al seguito di Roberto, suo fratello maggiore, abile condottiere militare e intelligente e scaltro politico, che divenne duca di Puglia e di Calabria.

Quando i due fratelli normanni giunsero nell’Italia meridionale, la Sicilia era ancora sotto il dominio dei Musulmani.  Non c’era un unico centro di potere, ma diversi emiri spesso in conflitto. Uno di loro, Ibn at-Tumnah, chiamò in soccorso il conte Ruggero, che insieme al fratello si rese conto che tra gli emiri di Sicilia c’erano profonde spaccature nelle quali potevano incunearsi per avviare la riconquista della Sicilia alla cristianità. Per la Puglia Roberto accettò l’investitura feudale di duca, mentre Ruggero conquistò la Sicilia per conto proprio ignorando le pretese del papato. Sbarcato a Messina nel 1061, Ruggero in tre anni era diventato padrone della parte nord orientale della Sicilia. Per la sua posizione geografica e per essere arroccata su un monte inaccessibile dal quale si domina la Piana di Catania, Troina fu scelta dal conte Ruggero come prima capitale del Regno che stava costruendo. Non una capitale come potremmo immaginarla oggi, ma come una sorta di campo base da cui il conte Ruggero partiva per le sue spedizioni militari contro i musulmani e vi faceva ritorno con il bottino. Di sicuro si avvalse dell’apporto di troinesi colti come i notai Eugenio e Giovanni per amministrare le terre che di anno in anno andava conquistando.  Appena arrivato nel 1061 a Troina, ampliò e fortificò il preesistente castello, fece costruire la chiesa dedicata alla Vergine Puerpera e vi fondò un vescovato.  Il geografo musulmano Edrisi nel 1150 scrisse che il castello di Troina somigliava ad una città. Quattro erano le porte di accesso al castello-città: Baglio, Guardiano, Ram e San Nicola.

Nel 1088, a Troina il conte Ruggero accolse papa Urbano II per discutere di una questione di grande rilevanza a quei tempi: la nomina dei vescovi. In quell’incontro si misero le basi dell’Apostolica Legatia che conferiva al Conte, quale legato del Papa, il potere di nominare i vescovi in Sicilia.

Nella memoria collettiva dei troinesi i Normanni hanno lasciato un ricordo molto forte, che si è tramandato di generazione in generazione. Troina è una citta di antichissime origini, tanto da meritare l’appellativo di “civitas vetustissima” conferitole dai re aragonesi alla fine del XIV secolo d.C. Ma il posto che occupa nei libri di storia lo deve ai Normanni: proprio la fitta rete di relazioni tra Sicilia e Normandia fa pensare ad una comune identità europea. A confermare queste ipotesi alcune vicende storiche più recenti dipanatesi nel corso del secondo Conflitto Mondiale. Nel luglio del 1943, gli eserciti angloamericani sbarcarono in Sicilia e in poco più di un mese la liberarono dagli eserciti nazifascisti. Per alcuni giorni, dal 31 luglio fino al 6 agosto 1943, Troina fu teatro di un violento e sanguinoso scontro militare passato alla storia con il nome di “battaglia di Troina”, durante il quale morirono 116 civili troinesi. Alcuni mesi dopo, nel giugno del 1944, le forze alleate angloamericane aprirono un secondo fronte in Normandia, che divenne protagonista della stessa tragica esperienza della guerra che gli abitanti di Troina e della Sicilia intera avevano vissuto alcuni mesi prima. Anche questa terribile esperienza ha contribuito a forgiare quella comune identità europea nella quale si riconoscono i siciliani di Troina e i normanni di Hauteville e Coutances di oggi e nella quale si riconosceranno anche quelli che varranno dopo nel futuro.

 

Silvano Privitera

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