Da ormai tre anni, il comune di Troina – con i suoi 9.094 abitanti – è sede del Corso di laurea triennale in Terapia occupazionale dell’Università degli Studi di Catania.
‹‹Vedo con grande gioia che si ritorna giorno dopo giorno alla normalità con le lezioni al 100% in presenza. Sono più di cento gli studenti universitari provenienti da diverse parti della Sicilia e qualcuno anche da fuori regione che frequentano il Corso di Laurea in Terapia occupazione con sede a Troina››, queste le parole entusiastiche del sindaco Sebastiano Fabio Venezia all’indomani del rientro in aula degli studenti dopo l’allentamento delle restrizioni anti-covid19. Si comincia finalmente a respirare un fresco profumo di normalità dopo tanti mesi di didattica a distanza.
Il grandioso progetto di fondazione di una realtà universitaria nel Borgo troinese nasce nel 2018 dalla collaborazione sinergica tra l’Università degli Studi di Catania, il Dipartimento di Scienze Biomediche e Biotecnologiche BIOMETEC al quale il Corso afferisce , il comune di Troina e per finire, ovviamente, l’Istituto di Ricovero e Cura a carattere scientifico dell’Associazione Oasi Maria SS., sede fisica della facoltà.
È il primo corso di laurea del Sud Italia ad occuparsi di un settore professionale in forte espansione e sempre più richiesto dagli studenti e dal mondo del lavoro. La Terapia Occupazionale (TO), definita anche ergoterapia, è una professione sanitaria della riabilitazione che promuove la salute e il benessere attraverso l’occupazione. È un processo riabilitativo che, adoperando come mezzo privilegiato il fare e le molteplici attività della vita quotidiana – attraverso un intervento individuale o di gruppo – coinvolge la globalità della persona con lo scopo di aiutarne l’adattamento fisico, psicologico o sociale, per migliorarne la qualità di vita pur nella disabilità. La scelta di collocare il corso di studi a Troina, presso l’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico Oasi Maria SS, non è stata un caso. L’IRCCS è infatti una delle realtà più importanti e all’avanguardia nel panorama europeo per il trattamento delle Disabilità Intellettive e dell’Involuzione Cerebrale; membro tra l’altro della Rete RIN – Rete degli IRCCS delle Neuroscienze e della Neuroriabilitazione – e della “Rete nazionale per la prevenzione, la sorveglianza, la diagnosi e la terapia delle malattie rare”. Il luogo ideale, insomma, per studiare e fare ricerca universitaria nell’ambito della riabilitazione.
Sono tanti i risvolti positivi di un progetto ambizioso e lungimirante come questo. L’investimento nella società della conoscenza assume infatti un rilievo ancor più grande se realizzato nei piccoli territori, comunemente marginalizzati rispetto ai principali poli di attrazione universitari situati nelle grandi aree metropolitane. La presenza di un’offerta formativa decentrata favorisce l’accesso all’istruzione universitaria a persone che altrimenti ne sarebbero escluse per motivi economici o socio-culturali e offre competenze e conoscenze scientifiche spendibili in loco, rispondenti cioè alle esigenze delle imprese del territorio. Un insieme di fattori in grado di innescare, dunque, meccanismi virtuosi di crescita culturale ed economica. Per il sindaco Venezia: ‹‹gli studenti sono cittadini temporanei inseriti a pieno titolo nel nostro territorio. Attivando per loro specifici servizi puntiamo, come amministrazione, a realizzare sempre più un modello di valorizzazione fondato sui saperi››.
Lavinia Trovato Lo Presti