Tra naufragi, misteri e speranze: “Il Mistero di Lithian” di Giovanna Giordano

Samuel, nel tentativo di fuggire da un’orda di Mamelucchi che hanno invaso Gerusalemme, approda a Katania, dopo un viaggio tempestoso durante il quale ha rischiato il naufragio. Guerra, fuga e naufragio: il trinomio perfetto, e profondamente attuale, di ogni conflitto bellico. Samuel, accolto in Sicilia da Giovanna, è deciso a ritornare nella sua Gerusalemme per mezzo di un altro viaggio. Un nostos intricato e impervio, durante il quale saranno tante le prove da affrontare e gli enigmi da risolvere nel tentativo di sciogliere “il mistero di Lithian” che si cela dietro le parole di Abulafia. Il cabalista duecentesco, infatti, ha disseminato indizi lungo tutto il Mediterraneo e i due protagonisti dovranno impegnarsi non poco per cercare di risolverli!

Giovanna, la donna che lo salva lo accompagna in un viaggio per la Sicilia: l’Etna, Taormina, Gesso (denominata “la piccola Gerusalemme”, probabilmente perché come per gli Ebrei essa è il centro della terra, così è la piccola città messinese per la Giordano), Stromboli  e Palermo. Una città, quest’ultima, nella quale si percepisce in tutta la sua pienezza quella “sicilitudine” di cui parlava Leonardo Sciascia: “la gente canta oppure urla, parla tanto o sta zitta (…) e sempre ti guarda con sospetto per capire chi sei (…), così il palermitano è sempre sospettoso quando non conosce”. Dalla Sicilia si spostano, su impulso dei messaggi di Abulafia, in Tunizia, poi a Paros e Israele, incontrando i personaggi più disparati: Sultani, Pirati, Eremiti e Vicerè; se alcuni di essi, come in ogni favola che si rispetti, aiutano Samuel e Giovanna nella ricerca del loro oggetto del desiderio, altri li ostacoleranno.

Ma, secondo Fernanda Pivano, tutto – dalla trama, ai personaggi, ai luoghi – è finalizzato alla realizzazione di una “dolcissima utopia libertaria-pacifista” . Nel corso della narrazione, infatti, sono disseminati una serie di messaggi di non violenza, di aiuto reciproco e di uguaglianza tra gli uomini. Concorrono a questo fine anche i dialoghi tra i personaggi che ci conducono verso una riflessione profonda sul senso della vita. Giovanna Giordano raggiunge l’acme nella parte finale affermando la possibilità di una convivenza pacifica tra Ebrei e Mamelucchi. Un messaggio ottimista di speranza e di fiducia, condotto con profondo amore per la terra siciliana e con un rispetto quasi devozionale per Gerusalemme, la città al centro del mondo: tutto questo è racchiuso nel “Mistero di Lithian”.

Il romanzo, pubblicato nel 2004 da Marsilio, oltre ad aver vinto il premio Sciascia nello stesso anno, è stato candidato al prestigioso premio Strega. La sua autrice, Giovanna Giordano, milanese di nascita ma catanese di adozione, è una delle scrittrici più conosciute degli ultimi decenni (si ricordano Trentaseimila giorni, Venezia, Marsilio, 1996; Un volo magico, Venezia, Marsilio, 1998; Il profumo della libertà, Mondadori, 2021) ed è stata candidata al premio Nobel nel 2020.

CONCITA CARMENI

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