“The Real Escape Room” – tre giovani che scommettono sul territorio

Tre giovani troinesi intraprendenti, Gaetano Cantale, Antonio Leanza, Filippo Ruberto, una casa abbandonata nel cuore del centro storico e tanta voglia di scommettersi e investire nel proprio territorio.  Nasce cosí The Real Escape Room, la cui attesissima inaugurazione è prevista per giorno   3 agosto, alle 19.30 in via Conte Ruggero 82.

Un’Escape Room è un gioco di logica che si vive in prima persona nel quale i partecipanti, una volta rinchiusi in una stanza allestita a tema, devono cercare una via d’uscita utilizzando ogni elemento della struttura, cercando codici e indizi al fine di risolvere gli enigmi  e gli indovinelli che si susseguono. Per poter completare con successo il gioco, i partecipanti, che solitamente variano da 2 a 4 persone, devono collaborare tra loro per trovare la soluzione che li porterà alla via di fuga, il tutto entro un limite di tempo prestabilito, di solito 60 minuti. L’obiettivo del gioco è fare vivere ai partecipanti un’esperienza unica stimolando anche la mente con quesiti di logica.   Un incontro casuale ha cambiato la vita di questi tre giovani.

Ma come è nata l’idea di aprire una Escape Room a Troina?

Ce ne parla Gaetano Cantale, 25 anni, ideatore e realizzatore dei giochi.

“Tre anni fa ho preso in gestione il B&B “Al centro storico. È un lavoro che non porta uno stipendio altissimo, ma che io amo tantissimo. Mi piace stare a contatto con le persone, accompagnare i turisti alla scoperta di Troina. Subito dopo una chiusura forzata a causa del covid, ho contattato Antonio Leanza, per proporre ai miei clienti i suoi tour e le sue escursioni nel parco dei Nebrodi. Da qui è nata una sinergica collaborazione e una grande amicizia. Entrambi affascinati anche dal genere horror. Da lui era partita l’idea di un itinerario horror tra i boschi ma i costi e problemi organizzativi erano tanti. Tempo dopo, il caso ha voluto che mi contattasse Filippo Ruberto, che conoscevo solo di vista. Filippo è il proprietario di una casa nel centro storico. Mi ha chiesto se riuscivamo a valorizzarla e a fare nascere qualche idea. Ed ecco che subito ho proposto ad Antonio di trasformarla in una Escape Room. Un idea subito accolta da Filippo. Da quel giorno è nata una splendida collaborazione tra noi tre  chi si è trasformata in un autentica amicizia”.

Un progetto tanto affascinante quanto complicato. Che difficoltà avete incontrato?

“La casa era in pessime condizioni. Andava pulita e per ristrutturarla avremmo dovuto sostenere costi esorbitanti. Così abbiamo deciso di fare noi tutti i lavori. Ci siamo rimboccati le maniche, l’abbiamo pulita, ci siamo sbarazzati di tutti gli arredi vecchi. Abbiamo contattato dei muratori per la messa in sicurezza di alcune pareti. Il resto, intonaci compresi, abbiamo fatto tutto noi. E poi ci siamo dedicati all’allestimento in stile horror, ricreando un ambiente quanto più realistico possibile, curando nei dettagli ogni singolo particolare. Non casuale la scelta dei materiali, usando  cemento e pietra piuttosto che plastica. Abbiamo lavorato duramente ma sono fiero di quello che abbiamo realizzato”.

Al momento quella di Troina è l’unica in tutta la provincia di Enna, le altre Escape Room si trovano infatti nel catanese. Attualmente sono tre i temi che animano le 18 stanze suddivise in quattro livelli:  “Pirati”, “Seconda guerra mondiale” e “Il trono del diavolo”. In inverno è prevista l’apertura di un altro livello di gioco con altre quattro stanze dal tema “Alchimia”. La suggestiva scenografia interamente costruita e dipinta a mano è stata realizzata anche grazie alla preziosa la collaborazione di alcuni artisti locali, Maria del Valle, il figlio Alessio, Claudia Di Costa, Ester La Iacona, e lo scultore troinese Igor Castellano,  che ha realizzato la testa del diavolo.  Frutto di tanta creatività e del riciclo di pezzi di stoffa di scarto di una fabbrica, sono invece costumi, interamente realizzati a mano. Molti di essi sono stati realizzati con avanzi della stoffa che serviva per realizzare le mascherine durante il covid.

Innamorato della propria terra e deciso ad investire nel proprio territorio piuttosto che emigrare, è anche il socio dell’Escape Room Antonio Leanza, 37 anni, originario di Cesarò, sposato  a Troina , in cui vive da anni.

“Non ho mai provato l’emozione di ricevere uno stipendio – racconta Antonio Leanza – A 19 anni al servizio civile nazionale, dalle suore “Figlie di Maria Ausiliatrice” di Cesarò ricordo ancora, accreditati sul libretto postale, 433,28€. Quello è stato l’unico anno della mia vita da stipendiato. Nel corso degli anni diversi progetti ideati e sviluppati. Non meno importante ma con un potenziale da “multinazionale” e che tutt’oggi rimpiango è “Maltese Survivor”. Ricordo ancora quando abbiamo girato in Bulgaria un programma televisivo per conto di una mittente televisa Maltese.  Nel 2018 insieme a mio fratello Stefano creammo una vera e autentica startup. Abbiamo iniziato a commercializzare il ragù di Suino Nero dei Nebrodi creando il marchio “Mariolo®”. Un progetto al quale sono profondamente legato. Rimanendo fedele al territorio Nebroideo ho deciso di gestire in totale autonomia l’azienda di famiglia. Poi ho creato la “Nebrodi Escursioni Leanza”,  un’azienda leader nel settore turisco che quest’anno compie 20 anni d’attività. È proprio da qui che nasce per sbaglio l’escape room. Grazie al Parco dei Nebrodi, grazie ai turisti”.

Cosa rispondi a chi ti ha definito un folle? E cosa rappresenta per te l’Escape Room in formato Real?

“Personalmente credo che per portare avanti un progetto non bisogna soltanto idearlo. Da soli non si va da nessuna parte. Bisogna circondarsi di persone che credono nelle tue follie. Solo formando una squadra leale e sincera si possono raggiungere risultati importanti. D’altra parte, grazie a questa esperienza, ho imparato a dare fiducia agli altri. Molte volte si trovano persone sbagliate altre volte invece si trovano persone speciali che credono in te. Il modo migliore per scoprire se si può fidare di qualcuno è fidarti di lui. Ringrazio sopra ogni cosa la mia famiglia, sono loro che mi danno la forza di fare tutto.”

Fortuito e provvidenziale ê stato l’incontro con il proprietario della casa Filippo Ruberto, 30 anni, laureato in fisica, fino allo scorso anno insegnante di  e fisica presso il liceo Galilei di Catania. Filippo attualmente è tutor universitario di fisica e algebra presso i dipartimenti di informatica UniCT e ingegneria edile e architettura UniCT e tutor universitario privato.

Al giovane professore abbiamo chiesto come avete fatto a  trasformare una casa rustica in una Escape Room?

“L’immobile è stato acquistato tempo fa da mio padre. Era una casa patronale con tantissime stanze, in cui viveva padre Giovanni Calabrese. In famiglia avevamo avuto diverse idee su come valorizzare la casa, trovandosi in un punto strategico del centro storico. Non conoscevo Antonio, conoscevo solo Gaetano ma non ci frequentavamo. L’ho contattato, gli ho espresso il mio desiderio di voler sfruttare al meglio la casa e gliela ho fatta vedere. Ci sono voluti due anni e mezzo di lavori. Era urgente una messa in sicurezza della struttura. Ringrazio tutti i muratori, imbianchini, elettricisti  che hanno sposato la nostra idea e che hanno lavorato instancabilmente per noi. Abbiamo rifatto tutto l’impianto elettrico. Un grazie particolare all’elettricista Silvio Di Costa per aver preso a cuore il nostro progetto. Nella casa è stata creata la stanza della regia, una stanza di controllo di tutte le altre stanze. Ogni stanza ha infatti un impianto audio e una telecamera, la regia comunica con i giocatori per guidarli nel risolvere gli enigmi. Ci tenevo a sottolineare due aspetti importanti, ovvero che la scenografia è stata creata da noi e sono stati anche acquistati oggetti autentici di grande valore storico. Non solo, noi ci siamo completamente autofinanziati. Speriamo che i nostri sforzi siano ripagati”.

Cosa ti aspetti da questa esperienza?

“Io personalmente sono molto fiducioso e propositivo. È un’esperienza anacronistica e futuristica allo stesso tempo, che mi auguro venga apprezzata dai nostri concittadini oltre che dai turisti. Un progetto innovativo  per Troina, che si inserisce bene in un contesto ristretto ma in continua evoluzione. Il gioco è un motivo di svago diverso da quelli proposti di solito perché è un’attività che richiede  logica, intuito e collaborazione ed è stato ideato per una squadra, non per il singolo giocatore. Sono orgoglioso degli sforzi fatti per portare a termine il progetto e fiducioso sulla sua buona riuscita. Invitiamo i nostri concittadini a partecipare numerosi all’inaugurazione e a provare di presenza questa avventura di squadra”.

Silvana Trovato Picardi

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