È stata convocata, per venerdì 21 marzo 2025, l’assemblea dell’ATI avente all’o.d.g. la determinazione della tariffa per il peridio 2024-2029.
In seguito alla diffida da parte dell’ARERA (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) nei confronti dell’ATI (Assemblea Territoriale Idrica) ad approvare il piano di aggiornamento tariffario entro 30 giorni, ed avvertendo che in caso di ulteriore inadempienza, la stessa ARERA accoglierebbe la proposta dell’attuale gestore AcquaEnna (la quale prevede un aumento della tariff), i Comitati Cittadini Ennesi non ci stanno ed avanzano delle richieste dirette ai sindaci della già abbastanza martoriata provincia. Una in particolare è quella di poter assistere alla seduta di giorno 21 marzo con una propria delegazione.
Ecco quanto si legge dal comunicato stampa diramato dai Comitati Cittadini Ennesi:
“In riferimento all’assemblea dell’ATI convocata per il 21 marzo
➢ considerato che secondo l’attuale normativa la proposta tariffaria viene deliberata dall’assemblea dei Sindaci dei Comuni che costituiscono l’Ambito Territoriale e nessun altro Organismo è deputato a proporre o a sostituirsi a tale Organo, se non in caso di inadempienza e mancato rispetto dei termini stabiliti per la relativa approvazione;
➢ richiamate le vicende dell’ultimo anno caratterizzato da una crisi idrica senza precedenti, con l’erogazione del prezioso liquido a periodi intermittenti che a volte e in certi periodi hanno superato anche la settimana;
➢ considerato che tale grave crisi idrica, così come abbiamo avuto modo di dire in precedenti nostri interventi, non era solo dovuta alla scarsità delle piogge, ma anche, da un lato, alla scarsa programmazione del gestore nel ricercare e captare fonti di approvvigionamento diversi rispetto alla dighe (il gestore ha dimostrato di essere soprattutto un commerciante all’ingrosso di acqua che acquistava da Siciliacque S.p.A. a € 0.67 mc e rivendeva alle famiglie ad oltre € 3,00 al mc) e dall’altro alla mancanza di un piano di emergenza predisposto dalla stessa ATI o in alternativa di un piano di emergenza obsoleto predisposto un ventennio fa circa;
➢ ritenuto che la gran parte degli utenti, a causa della crisi idrica, e per sopperire ai turni di erogazione dell’acqua hanno dovuto sopportare costi non indifferenti per munirsi di serbatoi di riserva capienti per sopperire a detta turnazione;
➢ richiamate le deliberazioni di questo Organismo fatti in anni precedenti che hanno cambiato le fasce tariffarie rapportandole ai componenti della famiglia e riducendo il quantitativo minimo di consumo che ha fatto schizzare in alto il costo della tariffa;
➢ considerato, infine, che in tariffa sono compresi tutta una serie di costi indiretti per l’erogazione del servizio e precisamente, tra gli altri: mancata captazione delle acque con conseguente dipendenza da Siciliacque S.p.A che impone, tra l’atro, un prezzo illegittimo; perdite nelle reti di adduzione che supera il 50% e perdite nelle reti di distribuzione che supera il 30% secondo i dati che leggiamo dalla stampa; mancato studio ed approfondimento da parte dell’ATI dei costi di gestione indiretti del gestore privato; la copertura delle perdite pari a 23 milioni di €uro avuti dal gestore per gravissimo errore commesso in fase di piano d’ambito sui consumi previsti (famose partite pregresse presenti in bolletta per 10 anni); la pessima qualità dell’acqua erogata che costringe gli utenti a fornirsi di acqua imbottigliata creando un danno economico agli stessi utenti e un danno all’ambiente per la grande quantità di plastica prodotta; la strana previsione della quota parte degli investimenti, pari al 31%, che resta a carico della tariffa, mentre in altri ambiti tale quota a carico è notevolmente ridotta.
Per quanto sopra esposto ed esplicitato,
SI CHIEDE
alle SS.LL. di voler procedere alla riduzione della tariffa per i seguenti motivi:
1) Ai sensi dell’art. 17 co. 4 della convenzione di gestione, applicare al gestore privato una riduzione tariffaria per le inadempienze dovuti ai continui disservizi procurati all’utenza soprattutto nel corso della crisi idrica per non avere per tempo fatto ricerche e captazioni di sorgenti da utilizzare in alternativa all’approvvigionamento idrico e per non aver adeguatamente predisposto e aggiornato un piano di emergenza per la crisi idropotabile;
2) Presentare osservazioni e pareri aventi ad oggetto i costi diretti e indiretti del gestore e quindi intervenire su eventuali risparmi nelle spese di gestione e quindi sulle determinazioni delle tariffe;
3) Il congelamento degli investimenti per i quali è previsto il cofinanziamento dell’ATI e di conseguenza la previsione in tariffa;
4) La rimodulazione tariffarie delle fasce di consumo e le inerenti tariffe alterate a causa dell’introduzione del criterio del componente familiare in contrasto con quanto stabilito dalla ARERA con delibera n. 665/2017;
5) La richiesta alla Regione di variare il sistema di contribuzione degli investimenti, equiparando la percentuale a quella degli altri ambiti siciliani;
6) Sollecitare la Regione Sicilia affinché dia seguito alla sentenza del Consiglio di Giustizia Amministrativa n. 00666/2021 REG. PROV. COLL. N.00313/2020 REG. RIC. pubblicata l’08.07.2021 con la quale si stabilisce che il prezzo applicato da Siciliacque S.p.A sul liquido fornito è eccessivo. È utile precisare che sulla questione pende una rilevante questione di legittimità costituzionale sollevata con ordinanza n. 155/2024.
Infine, ai sensi e per gli effetti del Decreto Legislativo n. 201 del 2002 art. 3.3 si avanza richiesta all’Assemblea dei Sindaci affinché venga data la possibilità allo scrivente Comitato, così come agli altri costituti sul territorio, di poter assistere alla seduta di giorno 21 marzo 2025 con una propria delegazione con un numero di persone per ciascun Comitato che fisserete di Vs. iniziativa.”