Alla festa del volontariato e dello sport hanno partecipato una ventina di associazioni. A Troina l’associazionismo è molto diffuso. Ci sono delle ragioni che meriterebbero essere indagate. In via preliminare bisogna definire l’identikit di queste associazioni. Risulta utile la classificazione dei diversi tipi di volontariato stilata alcuni anni fa dal Centro ricerche sulla cooperazione dell’Università Cattolica di Milano, in funzione dei diversi settori d’intervento e delle caratteristiche. Sono cinque i diversi tipi di volontariato: solidale, del pronto soccorso, del circolo culturale, di advocacy e ambientalista. Il volontariato solidale è attivo nel settore dei servizi sociali: handicap, tossicodipendenze, immigrazione, anziani e protezione civile (San Patrignano, Solidarietà). Il volontariato del pronto soccorso è attivo anche nel trasporto dei malati (Croce Rossa). Il volontariato del circolo culturale è quello del tempo libero da trascorrere in modo piacevole per instaurare rapporti umani significativi nell’ambito di un buon gruppo di persone (CAI). Il volontariato di advocacy si occupa della promozione della comunità locale e della tutela dei diritti (Athena). Il volontariato ambientalista rivolge il suo impegno alla difesa e alla tutela dell’ambiente (Legambiente).
Il ruolo di queste cinque categoria di volontario è quello di supporto ai servizi pubblici essenziali. Talvolta può capitare che le associazioni di volontario creino nuovi servizi per rispondere ad un bisogno reale. Due esempi, qui a Troina: l’elisuperficie attrezzata Danilo Bonarrigo nella zona artigianale Libero Grassi e il Pubblico Accesso al Defibrillatore (PAD). Tranne qualche rara eccezione, le associazioni di volontario operano isolatamente l’una dall’ altra. Per poterne utilizzare tutte potenzialità, occorre metterle in rete per coordinare le loro attività nell’ambito di una comune visione di come migliorare la qualità della vita e rispondere ai bisogni relati della comunità locale. È un’operazione politica, nel senso buono del termine, che richiede l’impegno di un ceto dirigente di qualità.
Silvano Privitera