Sicilia e Recovery Plan: un forum di idee per creare sviluppo

Sindaci e società civile insieme per progettare il futuro delle aree interne dell’ennese e del versante meridionale dei Nebrodi.

Un tavolo di lavoro virtuale quello realizzato in diretta Facebook, nella serata di lunedì 22 marzo, dai sindaci dei ventidue comuni delle aree interne siciliane e dalle associazioni del territorio. L’iniziativa, promossa dal dott. Silvano Privitera, in collaborazione con il Presidio Partecipativo del Patto di Fiume Simeto, “nasce dall’esigenza – spiega il giornalista troinese – di creare uno spazio di confronto per le realtà del terzo settore, i centri di ricerca, le associazioni e naturalmente i sindaci, che, in una società frammentata come la nostra, sono gli unici in grado di avviare un’operazione di ricomposizione del tessuto economico e sociale”. Il momento terribile che stiamo vivendo ci mette davanti un’opportunità che non può e non deve essere sprecata: è il Recovery Plan o PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), il dettagliato programma relativo ad investimenti, piani e riforme che il governo intende realizzare per rilanciare il Paese. Ma per accedere ai fondi stanziati dal programma occorre innanzitutto avere un preciso scopo progettuale ed essere in grado di riunire sotto un’unica voce le esigenze di un intero territorio – quello dei piccoli comuni dell’entroterra – troppo spesso dimenticato e lasciato ai margini rispetto agli obiettivi di crescita dell’agenda politica nazionale. Da qui l’idea di un Manifesto che raccolga e analizzi gli obiettivi da perseguire se si vuole ottenere il tanto agognato risultato. È David Mascali, presidente del Presidio Partecipativo del Patto di Fiume Simeto, uno degli ideatori e più convinti sostenitori dell’iniziativa: ‹‹Abbiamo creato un Manifesto che delinea la visione che si vuol dare al territorio; non un documento rivendicativo, ma di visione programmatica sul futuro. L’obiettivo è estendere il concetto di “aree interne” attuando un lavoro politico che non guardi più solo a pochi centri localizzati, ma si allarghi a nuovi territori; trasformare questa politica nella politica strutturale del Paese››. Tanti i sindaci (di Cerami, Agira, Regalbuto, Nicosia, Capizzi, Centuripe, Barrafranca, Catenanuova, Pietraperzia) che hanno accolto favorevolmente l’invito a partecipare e che sono intervenuti nel dibattito fornendo idee e interessantissimi spunti di riflessione; tra questi il sindaco di Troina Fabio Venezia, che in un lungo intervento ha fatto il punto della situazione, ricostruendo – dati alla mano – la storia troppo spesso fallimentare dei progetti di spesa dei fondi nazionali ed europei stanziati per il Sud Italia e in particolare per la Sicilia. Diverse le ragioni alla base di questi cattivi risultati: mancanza di progettualità, complessità dell’apparato burocratico e malfunzionamenti nei sistemi di selezione. In buona sostanza i progetti sono pochi e quei pochi procedono a rilento…un vero disastro! “Tutto questo – spiega il Primo cittadino – porterà molto probabilmente il Governo centrale a condurre un’astuta operazione di riconversione dei finanziamenti; tant’è vero che nel R.P. non si fa alcun accenno a nuove progettualità per la Sicilia, ma si parla semplicemente di progetti inseriti da tempo nelle programmazioni statali, che passerebbero, in questo modo, nella programmazione del Recovery Plan. Rispetto a quanto detto finora, credo che il prossimo decennio sia fondamentale per cercare di invertire i trends negativi che riguardano l’emigrazione giovanile, la disoccupazione, la crisi della natalità e l’impoverimento economico del nostro territorio, ma per farlo occorrerà pensare alle infrastrutture, guardare ai servizi – con la dovuta attenzione per la medicina di prossimità –, all’istruzione, alla fiscalità agevolata per chi investe. Servirà dunque un ragionamento complessivo che utilizzi il Recovery Plan come pretesto per mettere in campo una strategia che si spinga oltre la dimensione localistica”. L’invito del sindaco Venezia – che riassume appieno i pareri di tutti i colleghi chiamati in causa – è quindi quello di mettersi subito a lavoro (con riferimento specifico alla creazione di un’agenzia esterna che sia messa nelle condizioni di fare ciò che il singolo comune non riesce, cioè la programmazione su vasta scala), tenendo ben a mente che il tempo a disposizione è davvero pochissimo e che un eventuale insuccesso si ripercuoterebbe negativamente sulle nostre comunità e sul nostro territorio.

Lavinia Trovato Lo Presti

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