TROINA. “Ma che fine ha fatto il vecchio acquedotto comunale realizzato nel 1904 che fino ai primi anni ’70 portava l’acqua dalle sorgenti dei Nebrodi fino a Troina?” È una domanda che molti troinesi si fanno da quando l’acqua che viene dall’Ancipa, per la prolungata siccità, è razionata. Una domanda che torna con più forza ora che l’acqua viene erogata ogni sette giorni. L’antico acquedotto comunale c’è ancora e funziona. Ma da solo non è la soluzione di ripiego, quando viene meno l’acqua dell’Ancipa. In inverno, quando ci sono nevicate e piogge abbondanti, la portata è di circa 30 litri al secondo, ma d’estate si abbassa a 2 litri al secondo. Troppa poca per soddisfare il fabbisogno di una popolazione di 8 mila abitanti. Con questa prolungata siccità le sorgenti si inardiscono, circostanza, questa, che deve spingere a cercare nuove fonti di approvvigionamento di acqua e di utilizzare al meglio quella disponibile tenendo in perfetta efficienza gli acquedotti e le reti di distribuzione da cui si perde circa il 40 per cento dell’acqua che vi scorre.
Nel vecchio acquedotto comunale, che si sviluppa per circa 10 km, scorre l’acqua raccolta nel bottino di contrada Fontana Bianca sui Nebrodi. In questo bottino vengono raccolte le acque di cinque sorgenti nei boschi di proprietà del comune di Troina sui Nebrodi: Fontana Bianca, Cerasa, Canalotto, Malpittuso e Faggiu. Dal bottino di Fontana Bianca l’acqua, attraverso l’acquedotto, giunge al serbatoio di Monte San Silvestro, ad un paio di km dal centro urbano, dove si mescola con l’acqua che arriva dall’Ancipa, che prima è passata dal potabilizzatore a valle della diga. Dal serbatoio di Monte San Silvestro l’acqua arriva al serbatoio di via Conte Ruggero, in cima al paese, e da qui giunge nelle case dei troinesi.
Silvano Privitera