Riparte lo sport a Troina

Dopo quasi un anno di attesa e di speranze comincia ad intravedersi una luce in fondo al tunnel per lo sport troinese. Il valore sociale e di aggregazione dello sport non deve cadere nell’oblio.

La Sicilia, secondo gli ultimi provvedimenti presi a palazzo Chigi, è stata riconfermata zona arancione almeno fino al 17 maggio. Lo sport, in questo arcobaleno di colori che si sono avvicendati negli ultimi mesi, è stato messo a durissima prova e cerca adesso, anche in una piccola realtà come Troina, la via per ripartire in sicurezza. Fino a questo momento, infatti, come afferma l’assessore allo sport Stefano Giambirtone “sono state consentite solo le attività sportive ai fini agonistici”, ma ci sono anche le associazioni sportive dilettantistiche e ricreative alle quali il comune “sta cercando di dare un po’ di respiro”.
In zona arancione, infatti, si può svolgere l’attività sportiva di base (ma anche l’attività motoria) presso centri e circoli sportivi all’aperto, sia pubblici sia privati, ma permane il divieto di praticare qualsiasi sport di contatto.

Da qualche giorno, infatti, presso il campetto di calcio del quartiere Arcirù – messo a disposizione dal comune di Troina – hanno preso avvio una serie di iniziative promosse dall’associazione culturale e sportiva Atlantide. Sono ripartiti i corsi di danza per grandi e piccoli, le lezioni di pilates, quelle di karate e molte altre ancora in cantiere verranno presto rese note. La maestra di danza e istruttrice del metodo pilates Vanessa Attardi, confessa che “la cosa più brutta di tutta questa situazione è stato il danno all’immagine di un settore, quello dell’arte e del benessere fisico, che non è riconosciuto come dovrebbe; noi con questo lavoro ci campiamo. Dietro un ballo, ad esempio, c’è tanto studio, ma anche tanti soldi investiti da parte nostra e di chi pratica quest’arte”. Tutto il settore è rimasto in stallo in attesa di una ripartenza, ma “danza non significa stare dietro uno schermo, sono emozioni che vanno vissute” e per questo motivo non sono state tenute lezioni e tutorial on line; nonostante la paura di una fredda accoglienza da parte degli utenti, la partecipazione di questi giorni ha risollevato l’animo della maestra, la quale punta – per i mesi estivi – “alla ripresa atletica, necessaria dopo un anno di fermo”.

Riprendono, inoltre, anche le attività del Tennis Team di Giuseppe Alberti. “Fino a questo momento sono stati consentiti solo gli allenamenti ai fini agonistici”, i quali tuttavia hanno interessato una percentuale esigua degli iscritti all’associazione. Adesso – sebbene gli allenamenti si svolgano a porte chiuse, non si possa accedere agli spogliatoi e sia consentito l’accesso ad un numero massimo di quattro persone – il tennis riparte anche per coloro che non lo professano in modo agonistico. “Il nostro lavoro è sicuramente condizionato in questo periodo” – afferma l’allenatore – “ma rispetto ad altre attività siamo stati penalizzati meno”. Il tennis, e lo sport in generale, è un momento di aggregazione e socializzazione fondamentale per i giovani, sempre più demoralizzati dalla situazione vigente; “Mi sta salvando lo sport perché mi permette di evadere dalla routine” è la testimonianza di un allievo, che Alberti riporta a chiare lettere per sottolineare l’aspetto distensivo che lo sport può assumere.

La grinta per questo nuovo inizio,  l’impegno – economico e organizzativo – profuso dagli operatori del settore per una ripartenza in sicurezza e, soprattutto, la calda partecipazione degli utenti, grandi e piccini, ci insegnano – nell’era dello smart working e della Dad – che lo sport, nella pluralità di valori che esprime, è il baluardo di una società che non vuole arrendersi all’inerzia cui sembrano spingerci le pareti domestiche delle nostre abitazioni.

FABRIZIO TOMASI

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