La Poesia del Mese: “SCEGLIERE” di Francesco Lanuzza

La composizione di questo brano è stata ispirata da vari fattori. Preoccupazioni ed ansie personali hanno avuto un ruolo importante, ma ciò che mi ha veramente spinto alla composizione di questo testo è stata la volontà di tendere la mano a coloro che stanno attraversando periodi oscuri della loro vita. Non voglio che si pensi che comprendo qualunque problema essi stiano affrontando; voglio solo tentare di ricordare loro quanto sia importante accettare anche i lati più tenebrosi insiti in ognuno di noi. Sacrificare questa parte di noi sull’altare dell’accettazione sociale e degli standard che la società stessa ci impone equivale alla negligenza di noi stessi. Spero dunque che questa mia poesia risulti amica, che sia conforto e incoraggiamento.

 

Scegliere

Quando dietro il bussare
Sento piano piano ansimare
Senza indugio poi risale
E gli estremi forte invade.
Facile sulla lingua è l’accusa,
Con la gentilezza ormai reclusa.
Ancor più facile è la scusa,
Il finto pentimento di chi
Comprende ma non spende
Spegne e poi riaccende
Uccide a lingua tratta
E si sente innocente
Perché la spada lascia intatta.
Così ora mi rivolgo,
E nel farlo caloroso accolgo
Coloro che non si pentono né si dolgono
Ad accodarsi scalmanati,
Ai miei commilitoni;
I guerrieri della guerra muta,
Marinai in una tempesta senza onde ruggenti.
A voi, amici sconosciuti,
Che per sbaglio incontro sulla via per la trincea,
Dico che scelgo la vita.
Scelgo il raggio che brilla su questo foglio,
Scelgo una notte in cui, quando la saetta illuminò,
Vidi la luna piangente ma viva.
Scelgo il momento in cui
La nostra infida guerra muta
La combatto con l’assordante ritmo
Che carezza dolce l’orecchio.
Non vi conosco, amici sconosciuti.
Non ci comprendo.
So però cosa cresce dentro voi
Anche se non lo posso estirpare.
Ciò che vi chiedo è di scegliere.
La candela tremula e intimidita
È comunque ancora accesa
E se la si tocca ancora arde.
Ardete! Siate arditi!
Ma non andate…
Ci rivedremo e vi prometto che avrò tenuto in vita la candela.

 

Francesco Lanuzza

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