Sabato 5 Novembre Roma ha visto imperversare per le proprie strade tanta gente.
Una partecipazione che è andata oltre ogni più rosea aspettativa.
“Europe For Peace” ha radunato nella capitale centinaia di associazioni, tra le quali: Greenpeace, WWF, Comunità di Sant’Egidio, poi Cgil, Cisl e Uil, dopo ancora hanno presenziato Pd e M5S (senza, però, esibire alcun simbolo di partito).
Gli organizzatori stimano più di 100.000 presenze, la Questura smentisce parlando di 40.000 manifestanti circa.
Il raduno dei partecipanti è avvenuto in Piazza della Repubblica, colorata da un oceano di bandiere arcobaleno che creavano delle incostanti e umane onde.
“Cessate il fuoco, ora!” è il grido che si alza unanime dalla Piazza, gremita altresì di giornalisti presenti ad intercettare politici, artisti e intellettuali.
Attori protagonisti del panorama politico nazionale, del mondo dello spettacolo e tanti altri, non si sono sottratti alla chiamata e sono scesi a manifestare: da Fiorella Mannoia a Vauro, da Michele Santoro a Pierluigi Bersani, da Nicola Fratoianni a Ficarra e Picone.
I riflettori, però, sono stati puntati costantemente sul presidente dei pentastellati, il quale ha rimarcato con forza quanto sia necessaria la pace e al contempo il confronto con il parlamento in merito all’invio di armi;
“Pace vuol dire fine dell’invasione russa” asserisce il segretario del Nazareno, che non intende privare Kiev del sostegno militare, costellato da non poche contestazioni (“Letta Guerrafondaio!”).
Il serpentone è quindi partito alla volta di Piazza S. Giovanni, gridando cori a favore della pace e colorando con vessilli ucraini e arcobaleno le vie della città eterna.
Arrivati a destinazione, dal palco i relatori faticano a scorgere la fine di tutti i manifestanti, che costantemente continuano a riversarsi numerosi in Piazza.
Memorabili le parole di un appassionato Don Luigi Ciotti di “Libera”, che ha tenuto tutta la folla col fiato sospeso dall’inizio sino alla fine del suo intervento, che ha parlato di disuguaglianze, dignità, lavoro e povertà (oltre ad aver segnalato la presenza di 59 attuali conflitti bellici nel mondo): “Ci sono troppi cittadini neutrali, cittadini ad intermittenza e avremmo bisogno di cittadini più responsabili”.
Ha concluso la carrellata di interventi Maurizio Landini, il quale esordisce con una battuta al vetriolo “Siamo più di 50 e mi sembra che non stiamo facendo nulla di male!”, riferendosi alla legge Anti-Rave che ultimamente non è sfuggita dal dibattito pubblico. Il segretario della Cgil prosegue “Non possiamo rassegnarci alla guerra mentre nel mondo si concretizza la minaccia nucleare”.
A porre fine agli interventi è stata “Bella Ciao”, che ha risuonato lungo tutta la Capitale ed è stata interpretata da tutti i partecipanti.
Prescindendo dall’esatto numero dei partecipanti, è stato compiuto un gesto dall’inestimabile valore simbolico. Giovani, anziani, politici, artisti, intellettuali si sono riuniti con il solo e unico scopo di far cessare immediatamente il fuoco, sotto il grido e la rivendicazione di un concetto che diviene col tempo sempre più calpestato e sottovalutato, riassumibile in una sola parola: Pace.
Alfio Calabrese