Sono di nuovo liberi i due uomini arrestati nella serata del 2 agosto dai carabinieri della Stazione di Troina, sorpresi nell’atto di appiccare il fuoco in contrada Scalonazzo, nel comune di Cesarò, nei pressi del fiume Troina.
Per il Gip del tribunale di Catania non ci sarebbero i presupposti per ritenere plausibile l’accusa rivolta ai due allevatori, un ottantenne cesarese e un venticinquenne di origine albanese, ascoltati durante l’udienza di convalida tenutasi il 5 agosto presso il Palazzo di giustizia etneo. Secondo l’avvocato Agostino Mongioj, legale della difesa, si sarebbe trattato infatti di un incendio circoscritto, gestibile, “che non avrebbe avuto il tempo di propagarsi se fosse stato realmente pericoloso”. L’allevatore ottantenne avrebbe inoltre interesse a tutelare la zona ed è dunque improbabile – sostiene il Gip – che volesse “autoincendiarsi”. Inoltre, la presenza in loco di macchinari agricoli da lavoro spiegherebbe il ritrovamento delle taniche di benzina. Tutti questi elementi hanno quindi spinto il Giudice delle indagini preliminari a restituire la libertà ai due imputati, che hanno così potuto lasciare il carcere di Catania, Piazza Lanza, in cui erano reclusi.
Parole compiaciute quelle dell’avvocato Mongioj, felice del risultato ottenuto: ‹‹Manifesto tutta la mia soddisfazione per l’esito della prima fase del procedimento e per il fatto che le tesi difensive, fondate sulle indagini immediatamente eseguite nell’arco di poche ore, anche con l’ausilio di validi collaboratori e consulenti tecnici, siano state integralmente accolte dal giudice››. E ancora: ‹‹ Allo stato attuale, entrambi gli indagati sono liberi, presunti innocenti e non hanno nulla a che vedere con i disastrosi roghi verificatisi nelle ultime settimane››. Ciò – afferma il legale – va sottolineato con forza dai mezzi di informazione, in risposta al linciaggio mediatico subito dai suoi due assistiti in seguito alla diffusione della notizia dell’arresto.
Lavinia Trovato Lo Presti