Giovane ricercatore troinese

È troinese doc il ricercatore universitario Antonio Natalello, a cui è stato assegnato il premio “Michele Stanca” per la tesi di dottorato dal titolo “Pomegranate by-products as ruminant feeds: Effects on meat quality”.
Ricercatore del Dipartimento di Agricoltura Alimentazione e Ambiente dell’Università di Catania, Antonio Natalello, ha effettuato un’importante scoperta, ovvero come lo scarto di lavorazione della melagrana impiegato nell’alimentazione dei ruminanti, migliori il profilo acidico della carne e aumenti gli acidi grassi, benefici per i consumatori.
Il premio, dedicato al genetista e accademico scomparso due anni fa, è stato assegnato per la migliore tesi di dottorato per le “Produzioni animali”, conferito annualmente dall’Associazione Italiana Società Scientifiche Agrarie in occasione del congresso annuale che quest’anno si è tenuto a Bari.
“Il premio ‘Michele Stanca’, spiega Antonio Natalello, rappresenta un’importante traguardo professionale per tutti i ricercatori italiani del settore. Sono molto onorato che la mia tesi di dottorato sia stata valutata come la migliore tra le tante esaminate. Questo prestigioso riconoscimento ripaga 3 anni di duro lavoro svolto in Italia e all’estero”.
La ricerca è stata avviata col fine di impiegare la grande quantità di sottoprodotti del melograno, a seguito della crescente domanda e produzione del frutto. In particolar modo è emerso che dalla spremitura della melagrana, per ottenere il succo, si origina un sottoprodotto che contiene le bucce, i semi, le membrane e piccole parti residue di polpa.
“Si tratta di porzioni di frutto particolarmente ricche di composti bioattivi, che contengono un’elevata quantità di lipidi, di composti fenolici, di tannini, spiega il ricercatore, di conseguenza un prodotto con un valore nutrizionale importante nell’alimentazione dei ruminanti, e di conseguenza nella loro carne”.
Secondo gli studi condotti la carne di questi agnelli, ha una maggiore capacità antiossidante grazie alla più alta concentrazione di vitamina E, migliorando la stabilità ossidativa e di conseguenza la conservabilità della carne che può essere consumata per qualche giorno in più rispetto alla carne convenzionale. Una strategia per aumentare la sostenibilità della filiera zootecnica.

Sandra La Fico

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