Lo spoglio elettorale ha riservato delle sorprese a chi s’era già fatto un’idea dell’andazzo generale tramite i sondaggi: Fratelli d’Italia è saldamente il primo partito del paese, ma il Partito Democratico si rende protagonista di un grande balzo in avanti, attestandosi al 24% dei consensi, 250.000 voti in più rispetto alle elezioni politiche. La stessa sorpresa l’ha riservata Alleanza Verdi e Sinistra, che raggiunge il 6,7% dei consensi, con 500.000 voti in più rispetto al 2022.
Ma in Sicilia il Partito Democratico non riesce ad affermarsi: con il 14% dei voti espressi, si piazza dietro Fratelli d’Italia, con il 20%, e di Forza Italia, che con il 23% si afferma il primo partito siciliano; segnale, questo, di un forte radicamento elettorale, se si considera il dato medio nazionale che attesta il partito del vicepremier Tajani al 9,62%.
A Troina la situazione si ribalta totalmente rispetto allo scenario siciliano: il Partito Democratico è di gran lunga il primo partito, con 1403 voti contro i 719 di Fratelli d’Italia e i 297 di Forza Italia.
Non bisogna, però, dimenticare di citare il vero vincitore di questa tornata elettorale: il partito dell’astensione – mai così alta in Italia dalla nascita della Repubblica, con picchi drammatici in Sicilia.
Bisognerebbe allora interrogarsi sul perché solamente il 35% dei siciliani decide di andare a votare; bisognerebbe aprire gli occhi davanti una realtà ben diversa da chi la vuol dipingere sulla tela della sfiducia. E se si decidesse di farlo, si potrebbe a quel punto comprendere che l’astensionismo nasce nel disagio economico, nell’esclusione sociale, in quegli strati che la società rigetta e nasconde.
Lorenzo Caputo