Don Michele Pitronaci (78 anni) di Cerami è il nuovo presidente dell’Associazione Oasi Maria SS onlus. È stato eletto dall’assemblea dei 16 aderenti all’Associazione, come previsto dall’art. 8 dello Statuto. Anche se non si può parlare di competizione tra i candidati, l’assemblea si è orientata tra due preti: don Pitronaci di Cerami e don Cirino Versaci (54 anni) di Sant’Agata di Militello, entrambi aderenti all’associazione.
Don Pitronaci è stato parroco della Cattedrale San Nicolò, assieme a don Santo Paternò, della chiesa SS Salvatore di Nicosia e, prima della pensione, della Chiesa Madre Sant’Ambrogio di Cerami. Che la scelta da fare fosse tra loro due era prevedibile. Basta leggere l’articolo 1 dello Statuto che definisce Oasi Maria SS “associazione laicale con fini di culto e religione, di assistenza e di solidarietà”. Alla fine è stato eletto don Pitronaci, che è stato più presente nella vita dell’Oasi di quanto lo sia stato don Versaci, non foss’altro per ragioni geografiche. Cerami, dove don Pitronaci vive è a 10 di km da Troina, mentre Sant’Agata di Militello è lontana di 72 km. Diverse sono anche le diocesi di appartenenza: Nicosia e Patti.
È realistico pensare che queste due circostanze abbiano orientato la scelta degli aderenti su don Pitronaci. Tutti e 16 gli aderenti all’associazione sono dei cattolici osservanti. Non è peregrinare la congettura che abbiano voluto sentire il vescovo della diocesi di Nicosia, Giuseppe Schillaci, prima di prendere la decisione su chi nominare presidente.
Quando nel 2017, subito dopo la morte di padre Luigi Ferlauto, fu eletto presidente don Silvio Rotondo, si pensava che la questione della successione del fondatore dell’Oasi Maria SS fosse stata risolta, almeno in apparenza. Con le dimissioni di Rotondo, si è riproposta. La nomina di Pitronaci ha molti tratti che fanno pensare ad una soluzione di transizione. Per molti anni ancora, fino a quando non si affievolirà il ricordo di Ferlauto, chiunque verrà eletto presidente dell’Oasi Maria SS non potrà sottrarsi al confronto con il suo fondatore, che l’ha diretta con mano ferma dal 1953 fino al 2017. Di Ferlauto e delle sue ragguardevoli realizzazioni non è stata ancora fatta un’oggettiva ricostruzione storica. Manca una valutazione equilibrata, che è una cosa diversa dal panegirico e dalla denigrazione. Per dirigere una struttura complessa e di grandi dimensioni, occorrono carisma e visione del futuro, qualità che Ferlauto possedeva e che chi lo sostituisce dovrebbe avere per riuscire nella non facile impresa.
Silvano Privitera