Don Giuseppe Siciliano, il salesiano troinese inventore

Giuseppe Siciliano. Troinese. Salesiano. E… inventore.

Nella sua storia millenaria Troina ha dato alla Chiesa centinaia di uomini e donne vescovi, abati, sacerdoti, religiosi, suore che si sono distinti per fede, spiritualità, opere, cultura, impegno per i più deboli della società del loro tempo. Un lungo elenco: i santi Silvestro e Filareto (secondo alcuni storici nato a Troina); i vescovi Ruggero e Vincenzo di Napoli; Ernesto Fiore, decano della Sacra Rota e poi arcivescovo; suo fratello Bonifacio Fiore, benedettino, priore di Montecassino; gli abati basiliani Frate Eugenio, Giuseppe Escafitto, Epifanio di Napoli, Epifanio Guarneri, Michele Romano; il basiliano padre Atanasio Donguili da Troina; i cappuccini Giacinto Chiavetta, frate Angelico Capizzi, frate Giacinto al secolo Paolo La Greca, padre Domenico Fisicaro provinciale dell’Ordine, padre Bonaventura Seminara, padre Domenico da Troina, frate Antonino provinciale dei Cappuccini; padre Fiorenzo Fiore, anche lui ministro provinciale della Provincia dei Cappuccini di Messina; fra Vittorio Calandra, morto in odore di santità appena ventiduenne nel 1938 prima di prendere i voti; il missionario gesuita padre Antonio Bonanno trucidato in terra di missione nel 1636; il priore Antonino Russo; i sacerdoti Marco Mustica, Mariano Marchese, Salvatore Fiore, Giacomo Lo Cascio, Luigi Ferlauto, Gaetano Zito, il missionario padre Nino Cantale. Ci limitiamo a questi nominativi consapevoli di fare un torto a tantissimi altri uomini di Chiesa troinesi che meriterebbero di essere citati.

La vicenda terrena del salesiano Giuseppe Siciliano è tra le più singolari: educatore nella migliore tradizione salesiana, formatore, docente, apprezzato confessore, è stato un inventore ed ha ricevuto addirittura premi internazionali per una sua invenzione.

 

La famiglia, gli studi, l’ordinazione

Giuseppe Vittorio Siciliano nasce a Troina il 18 novembre 1918, un lunedì, in via Santa Lucia, nell’abitazione all’attuale numero civico 73. La Prima guerra mondiale, nella quale erano morti anche centinaia di soldati troinesi, si era conclusa da pochi giorni. I Siciliano sono una famiglia di agricoltori e possidenti terrieri. Silvestro Siciliano, deceduto nel mese di giugno del 1962, sacerdote e per tanti anni energico arciprete di Troina, è suo zio e vive nella casa accanto. Come sono suoi parenti i sacerdoti Giuseppe Siciliano, morto nel 1972, e Luigi Siciliano, venuto meno nel 2001.

Torniamo al nostro Giuseppe. Nel 1913 era nato suo fratello maggiore Silvestro, nel 1916 la sorella Maria che morirà nel 1964 ad appena 48 anni. Nel 1924 nasce la seconda sorella, Giovanna. Un parto difficile che segnerà per sempre la vita della famiglia: la madre Anna Rizzo muore dando alla luce la neonata. Rimasto orfano a 6 anni, Giuseppe cresce e si fa notare. Padre Giacomo Lo Cascio sale e scende spesso i gradini di via Santa Lucia per andare dalla via Abate Romano, dove abita, nella chiesa di Santa Lucia o in Piazza Conte Ruggero ed è inoltre anche lui imparentato con i Siciliano. Giuseppe si distingue dagli altri coetanei con cui gioca. È vivace, è sveglio. È un peccato non farlo studiare suggerisce Lo Cascio a Francesco Siciliano, papà di Giuseppe. Così il ragazzo, dodicenne, nel 1930-1934 compie l’aspirantato a Pedara. Nel 1934 è a San Gregorio dove dal 1935 al 1938 completa gli studi liceali conseguendo anche l’abilitazione magistrale. Dal 1938 al 1941 proseguirà gli studi con il primo anno di tirocinio pratico salesiano a Catania, al “San Filippo Neri, il secondo anno a Messina al San Domenico Savio”, il terzo anno ancora a Messina ma al “San Luigi”. Nel pieno infuriare del Secondo conflitto mondiale gli studi teologici di Giuseppe: a Chieri in provincia di Torino nel 1941-1942, a Modica nel 1942-1944, a Pedara nel 1944-1945. L’ordinazione presbiteriale avviene a Catania il 6 maggio 1945.

Giuseppe Siciliano è un bel giovane. La sua prima messa la celebra a Valverde e dopo, come sempre in casi di nuove ordinazioni sacerdotali, nel suo paese. Dirà la sua prima messa a Troina nella Chiesa Madre il 15 agosto, solennità dell’Assunta, alle ore 11. Il ricevimento si era svolto la sera precedente, alle ore 19, in Piazza Santa Caterina. Non lontano dalla sua abitazione. In tanti, e soprattutto in tante che se lo mangiano con gli occhi, lo dicono apertamente o lo pensano: Un bell’uomo così, chi glielo ha fatto fare di farsi prete?….

 

Insegnante ed educatore

Dal 1945 al 1953 don Siciliano insegna a Catania, al salesiano “San Filippo Neri”, e, oltre a insegnare, frequenta l’Università. Consegue la laurea in Lettere nel mese di novembre del 1949. Titolo della tesi Atanasio e la Retorica. Suo professore e relatore l’insigne grecista, latinista e traduttore Quintino Cataudella. Sant’Atanasio di Alessandria è stato un vescovo e teologo greco antico, ottavo papa della Chiesa Copta dal 328 con varie interruzioni fino al 373. È uno dei quattro Padri della Chiesa cristiana d’Oriente che portano il titolo di Grande insieme ad Antonio Abate, Basilio e Fozio da Costantinopoli.

Nel 1953 don Giuseppe è assegnato a Messina, nell Oratorio Domenico Savio dei salesiani di via Lenzi, 24. Sarà la sua casa fino al 1997. Qui ha insegnato al ginnasio e, quando il ginnasio è stato trasferito, alla media. Dal 1981 si dedicherà prevalentemente al ministero della confessione. L’Opera sorge nel 1931, per iniziativa dell’Arcivescovo Angelo Paino, come Oratorio maschile, per venire incontro alla formazione cristiana della gioventù ma già l’anno dopo vengono aperte la scuola elementare, la media e il ginnasio ed anche un servizio di scuola serale per i lavoratori.

A Troina don Giuseppe torna in poche occasioni a riabbracciare i parenti. Legatissimo in particolare ricambiato alla sorella Giovanna. Si telefonavano in certi periodi anche tre-quattro volte al giorno racconta la nipote Annamaria Vitale, figlia della signora Giovanna andata in sposa al muratore-artista Nino Vitale.

Don Siciliano è caratterialmente ironico, sempre con la battuta pronta. E, come vedremo tra poco, oltre ad essere impegnato in mille iniziative, è ingegnoso.

Si ammala e muore dopo un breve soggiorno nella infermeria ispettoriale salesiana a Pedara il 18 settembre 1997, a 79 anni d’età, dopo 62 anni di professione religiosa e 52 di sacerdozio. I funerali vennero celebrati a Pedara e, dopo dieci giorni, a Messina nel San Domenico Savio” che per 44 anni era stato la sua casa. La chiesa era gremita, ricorda Annamaria Vitale. Nel confessionale dove si era seduto per confessare migliaia di volte erano poste la sua stola e un rosa. Mia mamma rimase colpita dal fatto che alcuni le baciavano la mano in segno di gratitudine nei confronti di suo fratello e parecchi le dicevano che dovevano la loro vocazione o la loro religiosità a don Siciliano. Lo chiamavano tutti così: don Siciliano.

 

Rispetto, affetto, considerazione

Ma perché tanto rispetto, affetto, considerazione? Dopo aver ripercorso le principali tappe della vita terrena del nostro concittadino salesiano cominciamo ora a conoscerlo meglio attraverso le sue multiformi attività. Ci è di aiuto quello che fino a qualche decennio fa si chiamava il ricordino che nelle nostre famiglie veniva fatto stampare per un congiunto o una congiunta deceduto: un cartoncino di quattro pagine, formato carta di identità. Con foto, date, un pensiero, una sorta di breve epitaffio non sul marmo della tomba ma su carta. Per conservarne il ricordo, appunto. Quello di don Siciliano è stato voluto e scritto dai suoi confratelli salesiani. Ben più ampio e completo del solito ricordino. In copertina una sua foto a colori lo ritrae già avanti negli anni e, all’interno, nella pagina di sinistra, dopo il titolo “L’itinerario di una vita donata, la cronistoria del percorso religioso e sacerdotale”. Nella seconda pagina di destra un ritratto circostanziato, di attento e convincente elogio:

“UOMO riservato e discreto, nella sua bontà burbera nascondeva tanto rispetto e attenzione alle persone. Intelligenza acuta, intuitiva e poliedrica. Letterato fine, cultore della parola parlata e scritta, si dedicò con passione all’insegnamento e si inserì con autorevolezza nel giornalismo. Per un ventennio è stato assistente ecclesiastico dei giornalisti di Messina. Per la genialità di alcune invenzioni fu dichiarato membro effettivo dell’Accademia delle Scienze di Roma e gli furono conferiti riconoscimenti internazionali tra i quali due medaglie doro al Salone di Bruxelles e alla IV Mostra internazionale dei prodotti nuovi a New York.

SALESIANO fortemente convinto della efficacia del sistema preventivo, si dedicò a tutto campo alla missione educativa: scuola, catechesi, animazione delle associazioni, delle attività teatrali e sportive, assistenza in cortile, al cinema, accoglienza dei ragazzi della scuola Gli ex allievi che venivano a trovarlo sono la testimonianza credibile della fecondità di piccoli gesti e di una presenza discreta, esigente e rispettosa.

SACERDOTE dal cuore grande che si manifestò soprattutto nel ministero della penitenza a cui dedicava con grande generosità ore e ore, accostando giovani e adulti. Particolarmente ricercato dai religiosi, dalle religiose e dai sacerdoti che trovavano in lui il ministro del perdono che sapeva accogliere, illuminare e incoraggiare.”

Un ritratto efficace sia per la scelta dei tre profili uomo, salesiano, sacerdote – sia per la ricchezza di informazioni che testimoniano della poliedricità di interessi di Siciliano sia delle sue grandi doti di spiritualità e umanità nell’esercizio della confessione. Ha confessato migliaia di persone che lo cercavano per questo suo riconosciuto carisma di accogliere, illuminare e incoraggiare. E ancora: letterato, cultore della parola parlata e scritta, una profonda passione per l’insegnamento. Educatore stimato dai suoi allievi nelle scuole salesiane. Vicino al mondo del giornalismo. E inventore.

 

L’inventore don Siciliano

Quello di inventore è certamente il capitolo più originale e che più incuriosisce della vita del salesiano troinese.

Leggiamo sul quotidiano di Messina Tribuna del Mezzogiorno del 16 maggio 1966 (In USA i brevetti di don Siciliano): Don Siciliano sarà l’unico, e forse il primo siciliano, presente alla Mostra internazionale degli inventori e dei nuovi prodotti di Nuova York. L’invito a partecipare alla più importante manifestazione del settore nel mondo è giunto al Padre salesiano, insegnante dell’Oratorio salesiano D. Savio di via Lenzi, dai Fratelli Caselli degli scambi internazionali di Milano. Il nominativo di don Giuseppe Siciliano è stato proposto dall’Ufficio centrale brevetti di Roma.

Don Siciliano presenterà alla Mostra di Nuova York i suoi brevetti di cui il più noto è l’«Antiselet», un sistema semplicissimo per controllare le telefonate in teleselezione che vengano effettuate da un qualsiasi apparecchio telefonico. È noto infatti che le telefonate in teleselezione possono essere effettuate con il solo prefisso facendo scattare il sistema automatico centralizzato che registra la durata della telefonata, durata che si traduce in cifre a seconda delle distanze. Risulta, quindi, incontrollabile la telefonata in teleselezione per l’abbonato di telefono pubblico.

Con il sistema inventato da don Siciliano l’incognita diviene nota ed è praticamente impossibile telefonare in teleselezione senza che il proprietario del telefono lo sappia.

L’invenzione è stata brevettata già dallo scorso anno. L’originalità del sistema ha fatto balzare il Padre salesiano alla ribalta degli inventori e la più meritata vittoria è costituita dall’invito a partecipare, con il suo brevetto, alla Mostra internazionale degli inventori di Nuova York dove don Siciliano porterà anche altre sue invenzioni, recenti frutti di scrupolosi studi.

Come spiega un altro quotidiano messinese, la Gazzetta del Sud, in un articolo dello stesso anno dando notizia dell’invito intitolato Il brevetto di Don Siciliano all«Expo degli inventori», l’invenzione di Don Siciliano è un gioiello di semplicità, e risolve il problema della «truffa» nelle chiamate in teleselezione soprattutto dai pubblici locali e dai negozi È un sistema che elimina l’antipatico «lucchetto» nel telefono, in quanto è basato sul principio del «blocco degli scatti». «Anteselet» si applica all’apparecchio telefonico, sia all’interno sia all’esterno, e permette la formazione di numeri composti da cinque unità (mentre per la teleselezione i numeri sono otto-nove), Perciò quando il cliente «in malafede» arriva al sesto numero, il telefono si blocca e dà il segnale di via libera.

Nei primi giorni del 1967, otto mesi dopo l’invito dagli Stati Uniti, a don Siciliano viene recapitato un nuovo invito, stavolta a Bruxelles. Ancora dalle pagine della Tribuna del Mezzogiorno: Il salesiano don Giuseppe Siciliano, dell’Oratorio Domenico Savio di via Lenzi, che l’anno scorso fu invitato a presentare i suoi brevetti all’esposizione internazionale di New York, ha ricevuto in questi giorni un invito per partecipare al Salone Internazionale degli inventori che si terrà in marzo a Bruxelles, nell’ambito del Mercato Comune da cui è organizzato.

L’agente ufficiale per l’Italia, ing. Alfonso Giambrocono, di Milano, ha chiesto al padre salesiano prof. Siciliano di partecipare a questo XVI Salone degli inventori, che si inserisce nella iniziativa tecnologica voluta dal nostro ministro degli Esteri, con qualcuna delle sue utili ed interessanti invenzioni, già brevettate, come l’Anteselet che impedisce le abusive telefonate in teleselezione. (L’inventore don Siciliano invitato a Bruxelles, 17 gennaio 1967)

Il padre salesiano originario di Troina acquisisce notorietà e prestigio. Entra a far parte dell’Accademia Teatina per le Scienze di Chieti: Il Professore salesiano Don Giuseppe Siciliano, docente all’Oratorio Domenico Savio di via Lenzi, a Messina, è stato chiamato per i suoi meriti culturali a far parte dell’Accademia Teatina per le Scienze di Chieti, quale membro effettivo delle delegazione con sede a Roma, il cui comitato scientifico, fra gli altri annovera i professori Carmelo Ottaviano, Nicola Pende e Armando Zabelli: (Don Siciliano all’Accademia Teatina in Tribuna del Mezzogiorno, 14 giugno 1967)

Entra a far parte, ancora, dell’Associazione nazionale degli inventori. La sua tessera di riconoscimento, rilasciata a Roma il 16 giugno 1967, è la numero 0697. Don Giuseppe avrà anche una seconda tessera, la numero 77, di socio giornalista dell’UCSI, l’Unione Cattolica Stampa Italiana.

 

Il depliant pubblicitario dell’Anteselet

Per l’Anteselet esiste un depliant pubblicitario che abbiamo avuto modo di leggere. Ecco alcune spiegazioni che ne illustrano le caratteristiche tecniche. Accompagnate come d’obbligo in casi del genere da slogan pubblicitari per invogliare all’acquisto:

Rivoluzionario capitolo per i telefoni.

L’Anteselet di don Siciliano ha carattere altamente sociale: è per il popolo spesso indifeso contro oneri gravosi.

È il telefono autocontrollato che vi dà sicurezza economica. Basta con l’antipatico lucchetto, del resto inutile, perché si può telefonare lo stesso battendo con arte i pulsanti. Il che può realizzarsi anche con i telefoni a gettone. L’Anteselet non permette nemmeno questo furto!!.

Col telefono controllato l’abbonato si è assicurato contro le abusive, furtive e costose teleselezioni!.

Apparecchio telefonico universale bloccabile per il controllo della Teleselezione a discrezione diretta del titolare dell’abbonamento da qualsiasi località italiana e straniera e per qualsiasi destinazione nazionale ed estera. Antiteleselezione telefonica. ANTESELET S-1.

Il telefono Anteselet è abilitato, cioè serve: 1) per le telefonate urbane normali e ordinarie. 2) per la Teleselezione. La Teleselezione però è sotto il controllo diretto dell’abbonato unico possessore della chiave.

È regolabile per ogni località e numero di cifre da zero a dodici. Normalmente è libero per il servizio urbano; bloccato per la teleselezione. Del tutto nuovo, è basato su principi tecnici originali, che ne costituiscono, appunto il Brevetto!! Da mesi collaudato

Sarà vostro per sempre e potrete portarlo cambiando città o nazione. Sostituendo l’Anteselet al normale telefono noterete solo la recezione di alta fedeltà e la sicurezza economica che il nuovo apparecchio vi dà.

Non a New York, no a Bruxelles, sì a Messina per il vanto della Sicilia, per dare lavoro con nuove industrie locali ai giovani di Messina e Reggio.

È utile, anzi necessario, per: Alberghi Pensioni Bar Centri termali Case di cura Industrie Enti statali Uffici pubblici e privati Cliniche Ospedali Parrocchie Collegi Tribunali Comandi militari Caserme Ritrovi Caffè Night Club Professionisti Commercianti Rivendite Circoli Ditte Librerie Biblioteche Autorimesse Ristoranti Cinema Famiglie Municipi! Se volete evitare sorprese e bollette esplosive, prima o poi lo comprerete!.

Commenta il quotidiano romano Il Tempo il 19 luglio 1967: l’ingegnoso ritrovato incontrerà consenso entusiastico dato che la sua applicazione varrà a scongiurare gli shock che spesso produce in molti la bolletta trimestrale della SIP. Sante parole, sempre valide quando siamo alle prese con bollette di luce, gas, telefono.

Ma quanto costa l’Anteselet? Provatelo e prenotatevi senza impegno. Costo lire 40.000. Se prima del 21 agosto leggiamo sempre nel depliant 35.000 lire.

 

Le medaglie d’oro a Bruxelles e New York

L’anno doro letteralmente – dell’inventore don Siciliano non sarà però il 1967 bensì il 1968. Si concretizzano non una ma due importanti partecipazioni. La prima a Bruxelles, la seconda a New York. E in entrambe le esposizioni don Giuseppe viene premiato con una medaglia doro. Nel mese di marzo al 17° Salon International des Inventeurs nel Centre International Rogier della capitale belga la Medaille dOr è conferita a Mr Siciliano Giuseppe Dr. Prof. Italie pour [l’invenzione] Nouvel appareil telephonique.

E finalmente New York. IV Mostra degli inventori e dei Prodotti Nuovi, dal 12 al 15 settembre 1968, organizzata da un team presieduta dal manager americano Roger S. Shashoua. Con i suoi 1.300 espositori provenienti da tutto il mondo, costituisce la più prestigiosa passerella offerta agli inventori di ogni continente. Ingegni che finora hanno operato in commovente solitudine, grazie a questa imponente rassegna che li pone a contatto con il grande pubblico, affrontano il giudizio di personalità qualificate e possono raggiungere da un giorno all’altro la celebrità.

Il settore italiano alla IV Mostra non potrà non colpire i visitatori, oltre che per l’indubbio livello delle invenzioni, per il numero di espositori. Non più di nove se ne erano presentati nelle precedenti edizioni. Quest’anno sono 70. (Patent Exhibits, Inc. Mostra degli Inventori, New York 12-15 Settembre 1968)

Nello stesso libretto una pagina è dedicata all’ “«Anteselet» – Telefono con dispositivo antiteleselezione incorporato di Siciliano Prof. Giuseppe. Salesiano. Accademico Teatino. Messina. Leggiamola: Con l’Anteselet, il telefono auto-controllato, l’abbonato si è assicurato contro le abusive, furtive e costose telefonate in teleselezione. Il telefono Anteselet è abilitato, cioè serve, per le telefonate urbane normali e ordinarie e per la teleselezione. Quest’ultima però è sotto il controllo dell’abbonato il quale è il solo a poterla usare quale possessore della chiave che esclude il meccanismo. L’Anteselet è quindi un apparecchio telefonico universale, bloccabile, per il controllo della teleselezione a discrezione diretta del titolare dell’abbonamento da qualsiasi località interna e straniera e per qualsiasi destinazione nazionale ed estera. L’Anteselet è regolabile per ogni località e numero di cifre da zero a dodici. Normalmente è libero per il servizio urbano; bloccato per la teleselezione. Del tutto nuovo, è basato su principi tecnici originali che ne costituiscono appunto il brevetto.

La notizia delle affermazioni, soprattutto di questa ancor più prestigiosa in terra americana, genera compiacimento. In particolare, come è logico, a Messina. Scrive il quotidiano Tribuna del Mezzogiorno: Il salesiano-inventore Don Giuseppe Siciliano dell’Oratorio Domenico Savio di via Lenzi ha ottenuto una seconda medaglia doro dopo quella conferitagli al Salone di Bruxelles alla IV Mostra dei prodotti nuovi svoltasi a Nuova York nei giorni scorsi. L’esimio studioso che è membro effettivo dell’Accademia delle scienze di Roma, si è imposto alla rassegna newyorkese con i suoi brevetti, di cui il più noto è l’«Anteselet». () Brevettato tre anni fa, ha fatto balzare il Padre salesiano alla ribalta degli inventori tanto da essere stato invitato al Salone di Bruxelles e alla recente mostra internazionale di Nuova York, dove gli sono state attribuite due medaglie doro ().(Riconoscimento a Don Siciliano. Il salesiano-inventore premiato a New York, 26 settembre 1968)

Vale la pena ricordare che il brevetto aveva riscosso vivo successo anche alla Fiera campionaria di Milano, in quegli anni una delle principali vetrine, se non la principale, del made in Italy.

Inevitabile chiedersi chissà cosa avrebbe escogitato il fertile cervello del nostro concittadino salesiano inventore se fosse vissuto nei nostri giorni per bloccare le chiamate dei call center che ci martellano fastidiosamente in tutte le ore del giorno. O per neutralizzare le chiamate spam. O per contrastare certi incontrollabili costi in bolletta dei quali riesce impossibile capire origine e ammontare che non siano quelli di fregare soldi agli utenti a tutto vantaggio delle società che gestiscono servizio e traffico telefonico.

I resti mortali di don Giuseppe Siciliano, il sacerdote-inventore, per sua espressa volontà, riposano nel cimitero monumentale della sua Troina, nella Cappella dei religiosi. Sulla sommità del lato opposto rispetto al cancello d’ingresso.

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Pino Scorciapino

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