Giovedì 21 marzo, nuovo appuntamento con il Cineclub 23/24. Ad essere proiettato al Cineteatro Andrea Camilleri di Troina sará “Il leone del deserto” di Mustafa Akkad. La prima proiezione è prevista per le ore 17:45, mentre la seconda per le ore 21:15.
“Il leone del deserto” ha una durata di circa 3 ore. Si anticipa pertanto di un quarto d’ora l’inizio della prima proiezione del film. La seconda proiezione si posticipa di un quarto d’ora. E’ un film storico che racconta la resistenza dei senussiti, una tribù libica della Cirenaica, alla conquista coloniale italiana della Libia dal 1911 fino alla metà degli anni ‘30, dagli anni dell’Italia liberale di Giolitti a quelli dell’Italia fascista di Mussolini. Quella resistenza al colonialismo italiano fu guidata da Omar Al Mukhtar, che radunò sotto il suo comando un numero consistente di guerriglieri stimato attorno a tre mila. Il film, finanziato da leader libico Gheddafi, non è stato visto per circa 30 anni in Italia perché la censura ne aveva impedito la distribuzione in quanto ritenuto “lesivo dell’onore dell’esercito italiano”. Chi finanzia la realizzazione di un film lo fa per trarne un profitto oppure per scopi propagandistici con l’intenzione di dare un’interpretazione degli eventi raccontati. Accade anche che il finanziatore suggerisca il taglio del racconto. Per espressa richiesta di Gheddafi, la figura di Al Mukhtar è distinta dai Senussi di cui si dà una pessima immagine. Il motivo? Con il colpo di stato del 1969 contro il re Idris dei Senussi, Gheddafi conquistò il potere in Libia. Al di là di questo rilievo critico, il film rappresenta gli orrori della guerra coloniale italiana in Libia, che non sono diversi da quelli delle guerre coloniali condotte dagli altri paesi europei (Francia, Inghilterra, Spagna e Portogallo) in America, Africa ed Asia dal XV secolo fino alla prima metà del Novecento. “Italiani, brava gente?” è il titolo del libro dello storico del colonialismo italiano, Angelo Del Boca, in cui sono raccontati molti episodi della nostra storia nazionale che demistificano il mito di “noi italiani, brava gente”. E tra questi episodi c’è la creazione in Libia negli anni ‘30 del Novecento di 15 micidiali campi di concentramento per debellare la resistenza di Omar Al Mukhtar in Cirenaica.
Silvano Privitera