Domenica 6 ottobre, si è tenuta al Cine-teatro Camilleri di Troina, l’anteprima nazionale del film “Iddu” di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza.
Il film si ispira ai fatti di cronaca che circondano la vita del boss Matteo Messina Denaro durante i primi anni 2000 e il suo rapporto con “Catello”, un ex politico condannato per concorso esterno in associazione di tipo mafioso. A quest’ultimo viene proposta la libertà in cambio di una mano per catturare uno degli uomini più pericolosi al mondo.
Di seguito l’intervista al regista Fabio Grassadonia.
Troina è stata teatro di alcune scene del suo precedente film, “Sicilian ghost story”, pellicola che ha riscosso successo, citato anche dal New York Times come una “eccelsa commistione di fantasy e attualità”. Potremmo dire che molte volte “la realtà è un punto di partenza ma non una destinazione“ per citare l’inizio di entrambi i film. Perché ha scelto proprio Troina per l’anteprima?
-Vengo a presentare questo film perché in passato ho girato “Sicilian ghost story”. Cercavamo di raccontare una favola cupa e i Nebrodi si prestavano alla perfezione. Ho anche un bel rapporto con Troina perché quando ero giovane accompagnavo mio nonno in vacanza in questi luoghi e quando siamo venuti con la troupe a esplorare i posti ho insistito nel voler Troina come centro .
Quando e perché è nato “Iddu”?
-“Iddu” nasce dal nostro studio, iniziato nel 2018, della figura di Matteo Messina Denaro, perché avevamo capito che questo criminale aveva delle caratteristiche diverse dai mafiosi corleonesi che ci sono stati raccontati. Poi siamo venuti a conoscenza dei pizzini che usava per interagire con il mondo e vi abbiamo trovato quella dimensione grottesca, cioè quella mescolanza di tragico e ridicolo che cercavamo da tempo. Elemento importante è stato il carteggio tra Denaro e il sindaco di Castelvetrano ci ha dato la cornice attraverso il quale raccontare questa storia.
Il suo sembra quasi un film non sulla mafia ma sui mafiosi. Un film centrato sul rapporto tra un boss della mafia ed un ex politico. Mi è sembrato di vedere un Matteo Messina Denaro raccontato senza “pregiudizio”, anche perché di lui si dice in giro che fosse anche un accanito lettore ed un acculturato cinefilo. Quanto è stato difficile scrivere questi personaggi senza giudicarli?
-Se si deve raccontare questa storia è obbligatorio, devi saperlo fare cercando di cogliere qual è l’oscurità dentro la quale quell’anima è imprigionata. Questo film è diverso dagli altri del genere proprio perché cerca di far capire al pubblico che anche Matteo Messina Denaro ha qualcosa che ha in comune con noi, è un uomo.
Senz’altro avete creato un progetto ambizioso, presentato all’81 edizione del festival di Venezia. Ha infatti collaborato con due colossi del panorama cinematografico italiano, e non solo. Com’è natala collaborazione con Elio Germano e Toni Servillo ? Che rapporto avete avuto sul set?
-Nei precedenti film abbiamo lavorato spesso con attori non professionisti o comunque non di estrema fama, ma confrontandoci con i produttori e la troupe siamo arrivati alla conclusione che ci volessero due grandi attori che ci dessero certezza e si è pensato sin da subito a loro due. I personaggi erano già stati cuciti per loro, ovviamente sono stati coinvolti da subito e hanno dimostrato sul set una sicurezza ed un talento immenso che ci hanno permesso di avere più chiare le scene una volta entrati nel set.
Molto interessante il metodo utilizzato da Elio Germano che si è calato cosi tanto nella parte che facevamo fatica a riconoscerlo quando è tornato dal suo periodo di preparazione, durante il quale ha soggiornato in incognito in Sicilia proprio per assimilare al massimo il personaggio.
L’anteprima di ‘Iddu’ a Troina ha segnato un momento importante per il cinema siciliano e si è dimostrato un notevole evento culturale molto apprezzato dai cittadini.
Andrea Longo