Emiliano Abramo, responsabile della Comunità di Sant’Egidio in Sicilia, e lo storico Roberto Tufano, cattedratico dell’Università di Catania, presenteranno assieme ai due autori venerdì 9 maggio alle 18 a Troina nel Cine Camilleri il libro di Pino Scorciapino e di padre Silvio Rotondo “Gocce di Pace”. Il saggio – sottotitolo “Manualetto pratico per aiutarci ad essere «artigiani della pace»” – è stato pubblicato da Guida Editori di Napoli.
A due anni dalla pubblicazione di “A grandi passi verso la Terza Guerra Mondiale” Pino Scorciapino torna sui temi che indaga da anni dei conflitti, della pace, degli armamenti, del disarmo. Cosa può fare ognuno di noi – disarmati, niente siamo, nulla contiamo – per difendere la pace, bene essenziale, supremo? Il mondo è piombato in un crescendo di bellicoso militarismo, tensioni, attacchi e ritorsioni. Diplomazia, diritto, mediazione, dialogo, organizzazioni internazionali latitano. Ad inasprire il disordine l’inaccettabile invasione russa dell’Ucraina del 2022. Minacciato da Mosca, il ricorso all’atomica rialimenta gli incubi di apocalisse della Guerra Fredda e fa toccare con mano la folle precarietà della “deterrenza nucleare”. In Medio Oriente dopo le bestiali stragi dei terroristi di Hamas del 7 ottobre 2023 la spietata reazione di Israele ha spianato Gaza: una carneficina spaventosa. Nel mondo 59 i conflitti in corso. Mai così tanti dal 1945. La corsa al riarmo in tutti i paesi (2.443 miliardi di dollari nel 2024) acuisce l’insicurezza e sottrae immense risorse a sviluppo e lotta alla povertà.
La gente, prima lontana da geopolitica e relazioni internazionali, ora le segue con apprensione e consapevolezza di incidere zero. Sono scarsamente incidenti i “potenti della terra” che non siano Trump, Xi Jinping, Putin – i “signori della guerra” di Usa, Cina e Russia – figuriamoci noi. Conseguono frustrazione, rassegnazione. Questo libro di Scorciapino e Rotondo, al contrario, propone un protagonismo per ognuno. Anche se siamo solo cittadini, nulla di più e nulla di meno. “Che fare?”. Sì, certo: mobilitare l’opinione pubblica, promuovere associazioni, marce della pace non violente, fiaccolate, sit-in. Ma “Gocce di pace” propone di osare di più: uscire dal contesto locale per fare sentire la nostra voce in ambiti anche lontani e di ben più alto livello decisionale. Sia su scenari globali che su crisi regionali. Sempre non violenti e perseveranti, dobbiamo rompere le scatole, disturbare, scomodare, provocare, scuotere. Peroriamo l’intelligenza e la bellezza della pace, argomentiamone la razionalità contro l’irrazionalità ottusa, animalesca, suicida della guerra.
“Gocce di pace” è un progetto e un metodo. Può farsene promotore chiunque sappia entrare in questa dimensione proattiva e abbia la sfrontatezza di “prendere carta e penna” – come si diceva una volta – e indirizzarsi a destinatari impensabili: cancellerie, ministeri, ambasciate, organizzazioni internazionali, associazioni, consessi interstatuali, università, centri studi e di ricerca, scienziati, produttori di armi. Se tutti, da 8 a 100 anni, possiamo diventare proponenti di “Gocce di pace”, attivisti della pace, non siamo solo bersagli passivi e senza voce, piegati all’inevitabilità della guerra. Sta a noi, con le nostre piccole ma diffuse cordate per la pace, saperci indirizzare ai destinatari ottimali del nostro messaggio e resistere a chi teorizza, prepara, concretizza la guerra.
Padre Silvio Rotondo definisce il suo contributo un “piccolo strumento per aiutarci ad essere operatori di pace” e “manualetto pratico per artigiani della pace”. Nelle sue pagine traccia grammatica e pedagogia della pace con indicazioni preziose per il credente e anche per chi non lo è. Due visioni – laica di Scorciapino, religiosa di Rotondo – compongono la risposta unica alla domanda “Che fare?”.
Emiliano Abramo, catanese, ha acquisito competenze specifiche su migrazione, accoglienza, integrazione sociale, ricoprendo incarichi per enti pubblici, svolgendo ricerca accademica, spendendosi in Italia e all’estero per la Comunità di Sant’Egidio della quale fa parte dal 1995. Rilevante il lavoro sul tema dell’accoglienza rivolto ai giovani nelle scuole e nelle università. Ha ricevuto diversi premi nazionali e internazionali.
Roberto Tufano, originario di Gela, insegna Storia Moderna nella Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Catania. Nella sua intensa attività accademica si è occupato di numerosi temi e di varie epoche storiche con decine di pubblicazioni e il conseguimento di premi e riconoscimenti. Fa parte di comitati editoriali di riviste scientifiche, collane, trattati. L’attività di ricerca e insegnamento internazionale lo ha portato a collaborare con atenei francesi, sloveni, spagnoli. È tra i venti soci fondatori della “Società Troinese di Storia Patria”.
Redazione 94018.it